La voce remota: la fiaba, l’infanzia, l’eredità delle storie
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Modulo 6 a cura di Milena Bernardi
Venerdì 30 aprile 2021 – 15.00/17.30
La voce remota risuona come la metafora della narrabilità senza escludere la lettura a voce alta e, comunque, la fascinazione della relazione narrante. Calvino sosteneva che non si possa mai separare la voce narrante dall’ascolto e ben sappiamo che chi ascolta poi potrà narrare a sua volta. L’interazione viva e fresca che proviene dalle storie/fiabe costituisce un’opportunità, un’occasione speciale per tessere una complice condivisione, un legame stabilito dalla letteratura: è in quel clima intimo e pregnante che si configura il patrimonio della mitopoiesi di ognuno. Il patrimonio di miti personali ma disseminati anche nell’immaginario “collettivo” di cui ci si nutre e che derivano dalla trasmissione dei saperi e del sentire che le storie (in ogni loro forma) lasciano depositare in noi: quel patrimonio chiede di essere riscoperto, protetto, intensificato, reso ancora storia e memoria, inseparabilmente dal “io penso, io sento” di cui ci dice la storia della letteratura e della letteratura per l’infanzia.
La voce remota è soprattutto quella della fiaba. Sottoposta a innumerevoli mutazioni e congiure, la fiaba è testimone di strati di passato e di profondità inesauribili dell’essere umani. Pertanto, viste le premesse appena indicate, la fiaba chiede di tornare e di risuonare in quei toni “color noce” evocanti il mistero della scoperta che proviene dell’intensità metaforica del fiabesco. Prima di tutto chi opera nelle vicinanze dell’infanzia …
Formatore: Milena Bernardi
Professore Ordinario di Letteratura per l’infanzia presso il dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna.
E’ Responsabile scientifico del centro di ricerca in letteratura per l’infanzia, CRLI, Direttrice del Master Universitario di I° Livello, Pedagogia e Teatro e membro del collegio dottorale del Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche.
Allieva del Maestro Antonio Faeti (titolare della prima cattedra di Letteratura per l’infanzia in Italia e tutt’oggi fondamentale punto di riferimento scientifico per la disciplina), non ha mai interrotto la ricerca intorno alla letteratura per l’infanzia e alla sua storia, condotta con approccio pedagogico allo studio dell’immaginario.